CONTINUA LA MOSTRA DI ROMAN BILINSKI AL CASINO’
Roman Bilinski opere
Continua sino al 18 novembre Esposizione nel Foyer di Porta Teatro al Casinò
Ricordando un artista che tanto amò la Riviera dei Fiori: Roman Bilinski. La mostra dell’artista polacco è curata da Joanna Muszynska.
Una vita fantastica
Roman Bilinski nasce a Leopoli il 15 luglio 1897. I genitori di Roman, nobili polacchi, possedevano immense distese di terra. Una serra, voluta dal padre di Roman, affiancava la loro casa; tra queste piante e fiori l’artista riesce ad approfondire il contatto e la conoscenza con la natura che si rivelerà fondamentale per le sue opere. Il giovane artista frequenta istituti d’arte a Leopoli, a Cracovia, in seguito a Kiew; prende ad approfondire gli studi sulla pittura e sulla scultura, vince un concorso per un monumento funebre. Nel 1914 Leopoli viene colpita dalla guerra tra Russia e Austria. Roman Bilinski, allo scoppio della rivoluzione russa, studia all’Istituto d’arte a Kiew. In questa fase realizza tutta una serie di affreschi e di disegni per la cattedrale di Santa Sofia. È di questo periodo la visita dei principali esponenti della rivoluzione russa all’Istituto d’arte frequentato da Bilinski, il quale, nell’occasione, ritrae Trotzky. La rivoluzione tocca anche Leopoli. Il padre di Roman viene ucciso da un contadino. A causa di tale sconvolgimento politico la famiglia Bilinski si disperde. L ‘artista torna a Kiew e sposa nel 1920 una compagna di studi, Nina Antonomovna, ma la guerra ha turbato così profondamente il suo Paese, che decide di raggiungere Costantinopoli con la sua compagna. Nella vecchia capitale dell’Impero musulmano, Bilinski insegna pittura nel collegio franco-americano Roberts; viaggia in Turchia, studia i costumi ed il mondo musulmano. Qui si afferma come artista, diventando punto di riferimento per gli uomini di cultura. Viene incaricato da Kemal Pascià Ataturk di organizzare i musei di Arte musulmana; viaggia per la Turchia ed il contatto con questo mondo, ancora così lontano da quello europeo, gli permetterà di lasciarci un gran numero di opere ispirate sia alla natura sia al mondo contadino. Durante questa parentesi turca, i rapporti con la moglie si raffreddano e la loro unione si concluderà con il divorzio; Roman, in seguito, sposerà la pittrice Claire Duriez. Lo scoppio della seconda guerra mondiale sorprende i due artisti in Jugoslavia, dove Bilinski era impegnato ad affrescare la residenza estiva di Re Pietro; vengono arrestati dalle SS e rischiano la deportazione ma sono salvati, essendo nipote del defunto governatore Leo Bilinski, l’artista e la moglie finiscono con gli alleati a Trieste.
Giunge così in Italia, con il grado di capitano della Croce Rossa polacca, al seguito dell’armata Anders sull’ Adriatico. In questo periodo termina l’amore per la seconda moglie, Claire Duriez. Finita la guerra, si stabilisce temporaneamente a Camogli e sposa Marcella Conte. Acuto interprete della natura, si adopra nel trasformare il giardino della sua villa a Bordighera, dove si è definitivamente stabilito, in una selva esotica. Mai nessuno si rese conto della ricerca culturale di Roman nella predisposizione di quella macchia; Bilinski, infatti, vedeva la natura come una continua lotta per la sopravvivenza.
L’ artista non si lascia influenzare, nell’ arco della sua vita, da nessuna corrente artistica, le oscillazioni del gusto non lo turbano, e tanto meno sente di poter essere condizionato da mode. La sua pittura si concentra sui ritratti e sui paesaggi, esprimendo così il suo amore ed il suo stato emotivo di fronte all’uomo ed al mondo . Roman Bilinski muore il 26 marzo 1981, stroncato da un infarto.
(Da ROMAN BILINSKI a cura di M. Carta e A. Jacob )
La redazione