Restaurato il piano nobile di Palazzo Roverizio

Ieri sono stati inaugurati i locali del centro sociale “Lina Lanteri”, al primo piano di Palazzo Roverizio, in via Escoffier, dopo gli interventi di riqualificazione. Erano presenti l’assessore al progetto “Pigna-mare” avv. Franco Solerio, il segretario/direttore generale dr.ssa Nicoletta Blencio, il consigliere comunale Marco Mauro, con i funzionari del Comune che hanno seguito, sotto i diversi aspetti, l’iter dell’intervento (dr. Vittorio Squizzato dei Servizi Sociali e ing. Giuseppe Terracciano del Settore Fabrbicati), l’arch. Francesca Buccafurri e la restauratrice dr.ssa Paola Giliberti, oltre, naturalmente ai numerosi ospiti del Centro Sociale presieduto dal prof. Giovanni Mangione.

Le operazioni hanno riguardato il restauro conservativo e l’allestimento del piano nobile del palazzo, di proprietà comunale, nell’ambito di uno dei dieci progetti integrati di rigenerazione urbana (denominato “dalla Pigna al Mare”), finanziati nell’ambito del Terzo Asse del Programma Operativo Regionale – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Liguria 2007-2013.
Il costo dei lavori ammonta a 300.000 euro (oneri compresi), tutti finanziati dai fondi del progetto e quindi senza nessun costo per il Comune.
Gli interventi realizzati riguardano un generale restauro conservativo della parte architettonica e degli apparati decorativi ad esso connessi, quali pitture murali a calce, a tempera, stucchi e opere in pietra, oltre che all’allestimento del salone nobile per la realizzazione di una sala polifunzionale capace di ospitare le attività
culturali del Centro “Lina Lanteri” e, al contempo, di interagire
positivamente e in maniera biunivoca con la città.

I lavori sono stati realizzati dall’impresa Edilmatuzia e dalla restauratrice Livia Pecchioli, sotto la direzione lavori dell’architetto Mirella Scianda.
L’intero immobile risulta vincolato dalla normativa relativa ai Beni Culturali per le sue peculiarità storico-artistiche ed è posto sotto la duplice tutela della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Demoetnoantropologico della Liguria.

 

Soddisfazione da parte dell’assessore per questo pregevole intervento che ha portato alla luce ed integrato diverse parti di affreschi, come hanno sottolineato l’arch. Buccafurri e la restauratrice Pecchioli.

«Questa operazione – ha commentato Solerio – che ha restituito alla collettività un bene storico, si unisce agli altri interventi inseriti nel progetto “Pigna-Mare” volti a riqualificare altre zone e monumenti storici e/o peculiari della città, quali via Matteotti, il Forte Santa Tecla, corso Mombello. Sono contento perché i lavori sono stati compiuti nei termini previsti e senza aumenti di costi, anzi, il risparmio derivato dalla gara di appalto è stato reinvestito. Con piacere li riconsegniamo ai responsabili il Centro dedicato a Lina Lanteri, impegnati ad organizzare il tempo libero degli anziani con diverse iniziative e intrattenimento vari, assolvendo ad un’importante funzione sociale».

 

Fino a poco tempo fa i locali del “Centro” erano più ampi, comprendendo anche gli spazi attigui di proprietà privata sullo stesso piano e il cui affitto, a causa dei tagli imposti dalla ‘spending review’, non è più stato rinnovato.

L’assessore ha concluso ringraziando la struttura comunale, i professionisti esterni e le Soprintendenze che si sono occupate delle operazioni. In autunno verrà organizzata una conferenza in cui architetti e restauratori illustreranno in maniera più completa tutti gli interventi fatti, anche attraverso la redazione di una pubblicazione realizzata per l’occasione.

Cenni storico-artistici

Palazzo Roverizio è un notevole esempio di dimora nobiliare settecentesca, cerniera tra la città medievale arroccata sul colle della Pigna e il successivo sviluppo verso mare del nucleo urbano di Sanremo.

L’edificio si inserisce appieno nelle dinamiche evolutive del tessuto edilizio storico sanremese: costruito a partire dal 1720 da Giovanni Maria Pianavia Roverizio Conte di Roccasterone, modificato negli anni Quaranta dell’Ottocento in concomitanza alle scelte urbanistiche attuate dall’Amministrazione Comunale del tempo, può essere considerato un edificio di antico regime che ha però saputo con grande flessibilità adattarsi, a volte suo malgrado, alle forme corrispondenti al prodursi di nuove domande.

Particolarmente suggestivi gli stucchi della loggia e la decorazione parietale della sala all’italiana che presenta una partitura architettonica tra le cui colonne trovano spazio nicchie, statue e medaglioni che fingono il tutto tondo, sormontate a loro volta da riquadri rappresentanti episodi della favola di Amore e Psiche.

La redazione