TORNA LA GRANDE STAGIONE TEATRALE DEL CASINO’ DI SANREMO
Gianmarco Tognazzi, Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Antonio Decaro, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra e Antonio Milo, Sabino Zaba, Edy Angelillo, Paolo Triestino e Emanuele Barresi.
Sette appuntamenti da ottobre 2023 ad aprile 2024.
Una scelta teatrale composita che richiama l’autorevole tradizione del Teatro dell’Opera del Casinò, dove si armonizzano professionalità artistiche di spessore con pieces tratte dalla migliore letteratura e drammaturgia dirette da registi dal sicuro impatto creativo.
“ Presentiamo un programma rispondente alle aspettative del pubblico appassionato all’espressione teatrale legata al rapporto diretto tra testo, attore e spettatore. Vedremo sul nostro blasonato palcoscenico alternarsi nomi altisonanti del panorama teatrale internazionale, capaci di offrire una scelta composita e di sostanziale qualità.” Sottolineail Presidente ed Amministratore Delegato, dott. Gian Carlo Ghinamo con i consiglieri avv. Lucia Artusi e dott. Eugenio Nocita “ Abbiamo al contempo contenuto ulteriormente il costo dei biglietti e degli abbonamenti con formule vantaggiose per gli studenti e gli insegnanti per permettere la più ampia partecipazione. Auguriamo a tutti una buona visione con la possibilità di seguire un’ottima stagione teatrale anche nel Casinò di Sanremo.”
La Stagione teatrale 2023 2024 nel Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo. Su il sipario
Domenica 15 ottobre 2023 ore 21.00
L’onesto Fantasma con Gianmarco Tognazzi
Lunedì 6 novembre 2023 ore 21.00
La coscienza di Zeno con Alessandro Haber
Domenica 19 novembre 2023 ore 21.00
L’Ispettore generale con Rocco Papaleo
Venerdì 23 febbraio 2024 ore 21.00
Non è vero ma ci credo con Antonio Decaro
Sabato 16 marzo 2024 ore 21.00
Mettici la mano di Maurizio De Giovanni
con Antonio Milo, Adriano Falivene , Elisabetta Mirra
con la regia di Alessandro D’Alatri.
Sabato 23 marzo 2024 ore 21.00
Canto anche se sono stonato con Sabino Zaba
Giovedì 25 aprile 2024 ore 21.00
Que serà con Paolo Triestino, Edy Angelillo, Emanuele Barresi.
Biglietti
Platea Primo settore € 25,00
Abbonamento € 150 sette appuntamenti
€ 130 sei appuntamenti
Platea secondo € 20.00
Abbonamento € 120 sette appuntamenti
€ 100 sei appuntamenti
Galleria € 15.00
Abbonamento € 90 sette appuntamenti
€ 70 sei appuntamenti
Gruppo di 10 studenti con insegnante costo del biglietto in galleria € 5. ( superiori a 10 € 4).
Note. Persone diversamente abili con accompagnatore : ogni due biglietti uno gratuito. Associazioni con elenco dei soci presentato dal Presidente € 5 di sconto su abbonamenti . Compagnie teatrali con elenco portato dal rappresentante € 5 di sconto su abbonamenti
Biglietteria
Servizio di Biglietteria presso botteghino del Teatro nei giorni: – martedì giovedi, venerdì sabato, dalle ore 16.00 alle ore 20.00 –
tutti i giorni sino al 15 ottobre 2023 dalle h 16.00 alle 20.00 –
nei giorni degli spettacoli previsti in stagione, dalle h 16.00 alle 21.00.
Servizio di prevendita Compagnia Teatro Dell’albero Biglietteria presso Porta Teatro Casinò di Sanremo tel 0184 595273 ( negli orari indicati) – prenotazione libera cell. 347 7302008 e cell 333 7679409 WhatsApp.
www.casinosanremo.it
Domenica 15 ottobre ore 21.00
Gianmarco Tognazzi Renato Marchetti – Fausto Sciarappa e con la partecipazione in video di Bruno Armando
L’ONESTO FANTASMA Drammaturgia e Regia Edoardo Erba
Quattro attori, che anni prima durante una tournée sono diventati grandi amici, si ritrovano in tre, perché uno di loro muore tragicamente. Dei tre, Gallo ha nel frattempo fatto una rapida carriera ed ora è un personaggio cinematografico di successo. Gli altri due, Costa e Tito, hanno un disperato bisogno di lavorare e tentano di convincerlo a portare in scena un Amleto. Ma Gallo si rifiuta: senza l’amico – a cui voleva un bene dell’anima – lui non ha più nessuna intenzione di fare teatro. Per vincere la sua resistenza, Costa si inventa che nella produzione ci sarà anche l’amico scomparso, con tanto di nome sul manifesto: gli riserveranno la parte del fantasma. Gallo non dà peso alla proposta, la prende come uno scherzo di dubbio giusto, finché una notte il fantasma gli appare veramente. Ed è un fantasma che sembra volersi vendicare dei suoi amici, che si trovano costretti a confessare i reciproci tradimenti. Ma che rivela infine di essere l’essenza del sentimento che li lega e li legherà per la vita. Alternando momenti realistici a scene shakespeariane, la commedia è un modo originale di rileggere l’Amleto dal punto di vista del fantasma. Ma soprattutto è la storia di un’amicizia speciale, talmente forte da eludere anche la morte. E un atto d’amore verso il teatro, dove ogni conflitto diventa accettabile perché riscattato dalla poesia.
Lunedì 6 Novembre ore 21.00
LA COSCIENZA DI ZENO
di Italo Svevo
con Alessandro Haber
e con Alberto Onofrietti, Francesco Migliaccio
e Valentina Violo, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Emanuele Fortunati, Meredith Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo
regia di Paolo Valerio
adattamento Monica Codena e Paolo Valerio
scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta
luci di Gigi Saccomandi
musiche di Oragravity
video Alessandro Papa
movimenti di scena Monica Codena
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Goldenart Production
Lo spettacolo restituisce l’affascinante complessità del milieu in cui Svevo concepisce e ambienta il romanzo e ne illumina i nodi fondamentali e potentemente antesignani attraverso l’inedito adattamento, nato dalla collaborazione fra Paolo Valerio e Monica Codena. Hanno lavorato attentamente sull’innovativa scrittura sveviana su interessanti scelte di messinscena e su un protagonista fuori da ogni cliché come Alessandro Haber.
Sarà lui a coniugare la profondità e l’ironia surreale di Zeno Cosini, a tratteggiarne complessità e fragilità, senso d’inadeguatezza e successi, autoassoluzione e sensi di colpa, la nevrosi e quell’incapacità di sentirsi “in sintonia” con la società, che lo porteranno sul lettino del Dottor S e alla scrittura del diario psicanalitico… Aspetti che si rispecchiano potentemente nelle contraddizioni dell’uomo contemporaneo, e lo rendono un personaggio attuale e teatralissimo nella sua surrealtà, nei suoi divertenti lapsus e ostinazioni, nelle sue intuizioni che ancora ci scuotono.
Paolo Valerio concretizza sulla scena la fascinazione dell’analisi che il protagonista fa della propria esistenza e del suo mondo interiore, sdoppiando il personaggio di Zeno e rendendo così quasi tangibile il dialogo che egli ha con sé stesso, il confronto con la sua “coscienza”, lo sguardo partecipe e allo stesso tempo scettico che pone sui ricordi e gli eventi della sua vita.
Capolavoro della letteratura del Novecento, romanzo antesignano di respiro potentemente europeo, ironico e di affascinante complessità, “La coscienza di Zeno” celebra nel 2023 i cent’anni dalla pubblicazione. Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia lo porta in scena per la regia di Paolo Valerio in un nuovo allestimento – prodotto assieme a Goldenart Puroduction – nell’ambito di un ricco percorso di ricerca dedicato agli importantissimi giacimenti culturali di Trieste e del suo territorio.
La figura monumentale di Italo Svevo ed il suo straordinario romanzo psicanalitico vi rappresentano un momento di profondo, universale significato. “La coscienza di Zeno”, d’altra parte, possiede anche una propria vivace teatralità, per la sperimentazione di una scrittura innovativa e per il suo essere dominata dalla coinvolgente, complessa e attualissima figura di Zeno Cosini. Il romanzo infatti sgorga dagli appunti del protagonista che si sottopone alle cure dello psicanalista Dottor S cercando, per quella via, di risolvere il suo mal di vivere, la sua nevrosi e incapacità di sentirsi “in sintonia” con il mondo e con la realtà. Il suo percepirsi inetto e malato, ed i suoi ostinati – ma mai del tutto convinti – tentativi di cambiare e guarire, portano Zeno ad attraversare l’esistenza intrecciando sorprendentemente quotidianità borghese ad episodi surreali ricchi di humour e di verità, e ad illuminazioni che possiedono una forza che ancora ci scuote.
Domenica 19 novembre 2023 ore 21.00
L’ISPETTORE GENERALE
Con Rocco Papaleo,
Rocco Papaleo è protagonista de “L’ispettore generale” di Nikolaj Gogol, uno dei più grandi capolavori della drammaturgia russa. Scritto nel 1863, ma tragicamente più attuale di quanto si possa immaginare, rivive oggi grazie alla drammaturgia di Leo Muscato. È una commedia satirica estremamente divertente che si prende gioco delle piccolezze morali di chi detiene il potere e si ritiene intoccabile. L’opera è espressione del teatro gogoliano e del suo tentativo di denunciare, attraverso riso e comicità, la burocrazia corrotta della Russia zarista. Siamo in un mondo in cui l’ingiustizia e il sopruso dominano l’esistenza. Ma non è l’uomo a essere malvagio; è la società che lo rende corrotto e corruttore, approfittatore, sfruttatore, imbroglione.
2024
Venerdì 23 Febbraio 2024 ore 21.00
Enzo Decaro
Non è vero ma ci credo
di Peppino De Filippo
Regia di Leo Muscato
Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Carmen Landolfi, Massimo Pagano,
Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo, Ingrid Sansone
L’anno in cui, Leo Muscato, è stato direttore artistico della compagnia di Luigi De Filippo, inaugurò quel nuovo corso partendo proprio dal primo spettacolo che ha fatto con lui (Non è vero ma ci credo) rispettando i canoni della tradizione del teatro napoletano, ma dando a questa storia un sapore più contemporaneo. Il protagonista dello spettacolo assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molier̀e che Luigi De Filippo amava molto.
Ho mosso i primi passi nel mondo del teatro quando avevo poco più di vent’anni. Mi ero trasferito a Roma per fare l’Università e non sapevo ancora nulla di questo mestiere. Mi presentai a un provino con Luigi De Filippo e luimi prese a bottega nella sua compagnia. Mi insegnò letteralmente a stare in palcoscenico, dandomi l’opportunità di vivere la straordinaria avventura delle vecchie tournée da 200 repliche l’anno. Rimasi con lui per due stagioni; poi mi trasferii a Milano per studiareregia. Ci siamo rivisti ventidue anni dopo, pochi mesi prima che morisse. Mi chiese di pensare a un progetto da fare insieme. Ne pensai mille, ma non abbiamo avuto il tempo di realizzarne uno. Ho deciso di inaugurare questo nuovo corso partendo proprio dal primo spettacolo che ho fatto con lui, Non è vero ma ci credo. Rispettando i canoni della tradizione del teatro napoletano, proveremo a dare a questa storia un sapore più contemporaneo. Quella che andremo a raccontare è una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di caratteri dai nomi improbabili e che sono in qualche modo versioni moderne delle maschere della commedia dell’arte. Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto. L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. La sua vita è diventata un vero e proprio inferno perché vede segni funesti ovunque: nella gente che incontra, nella corrispondenza che trova sulla scrivania, nei sogni che fa di notte. Forse teme che qualcuno o qualcosa possa minacciare l’impero economico che è riuscito a mettere in piedi con tanti sacrifici. Qualunque cosa, anche la più banale, lo manda in crisi. Chi gli sta accanto non sa più come approcciarlo. La moglie e la figlia sono sull’orlo di una crisi di nervi; non possono uscire di casa perché lui glielo impedisce. Anche i suoi dipendenti sono stanchi di tollerare quelle assurde manie ossessive. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. L’uomo minaccia di denunciarlo, portarlo in tribunale e intentare una causa per calunnia. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere. E infatti sulla soglia del suo ufficio appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma il commendator Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba. Da qui partono una serie di eventi paradossali ed esilaranti che vedranno al centro della vicenda la credulità del povero commendator Savastano. Peppino De Filippo aveva ambientato la sua storia nella Napoli un po’ oleografica degli anni 30. Luigi aveva posticipato l’ambientazione una ventina d’anni più avanti. Noi seguiremo questo sua intuizione avvicinando ancora di più l’azione ai giorni nostri, ambientando la storia in una Napoli anni 80, una Napoli un po’ tragicomica e surreale in cui convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona. Lo spettacolo concepito con un ritmo iperbolico condenserà l’intera vicenda in un solo atto di 90 minuti. Note di regia – Leo Muscato
Sabato 16 marzo ore 21.00
Mettici la Mano testo di Maurizio de Giovanni
con Antonio Milo Adriano Falivene. Elisabetta Mirra per la regia di Alessandro D’Alatri
Questo nuovo progetto nasce come una costola della saga de “Il commissario Ricciardi”, dopo il successo della serie televisiva a cui ho lavorato. Dalla straordinaria e immaginifica penna di Maurizio de Giovanni, due tra i volti più colorati si staccheranno dalle vicende del filone corale del Commissario e torneranno a raccontarsi con il pubblico, ma questa volta dal vivo: il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella.
Troveremo la città di Napoli devastata dalle conseguenze del nazifascismo, martoriata dai bombardamenti, ma mai priva di quella carica di umanità e di amore per la vita. Medesimi saranno i due attori che hanno interpretato la serie tv: Antonio Milo e Adriano Falivene. Elisabetta Mirra nel ruolo di Melina, straordinario sguardo sul sacrificio femminile di quell’epoca. A completare la magia ci saranno le musiche di Marco Zurzolo. Una tarda mattinata di sole viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati e il pericolo di un nuovo e devastante bombardamento. La scena è uno scantinato che fa da rifugio improvvisato. In un angolo del locale una Statua della Madonna Immacolata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa. E’ qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, e il Brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha appena sgozzato nel sonno il Marchese di Roccafusca, di cui la ragazza era la cameriera. Mentre fuori la porta le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, il dialogo tra i tre occupanti del rifugio si fa sempre più profondo e serrato, con una serie di riflessioni sulla vita, la morte, la giustizia, la fede, ma anche la fame e l’arroganza del potere. Mentre apprendiamo cosa sia realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché, Bambinella si trasformerà in un avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso ma accorato.
Sabato 23 marzo 2024 ore 21.00
Canto anche se sono stonato con Sabino Zaba
Viaggio nella musica swing dagli anni ’20 fino ai ’60 e, tra un brano e l’altro, aneddoti legati a quel periodo storico così significativo per il nostro Paese; il Jazz, lo Swing, il loro l’approdo in Italia e le censure del Regime, le macerie della guerra, l’agognato boom economico. Con inevitabili rimandi ai giorni nostri, Zaba, tra i protagonisti dell’ultima edizione di “Tale e Quale Show” su Rai1, racconta e reinterpreta, talvolta con ironia, i grandi classici, da Nicola Arigliano a Natalino Otto, passando per Fred Buscaglione e Lelio Luttazzi. Ed è proprio il Maestro Luttazzi, con una sua canzone, ad aver ispirato il titolo dello spettacolo. La “Fondazione Lelio Luttazzi” ha così abbracciato con entusiasmo l’intero progetto.
Sul palco con Sabino Zaba, la Stonato Band e le Swing Out Dancers.
Giovedì 25 aprile 2024 ore 21.00
“Diaghilev presenta
Paolo Triestino Edy Angelillo Emanuele Barresi in
QUE SERÀ di Roberta Skerl
regia Paolo Triestino
scene Francesco Montanaro, costumi Lucrezia Farinella, luci Alessandro Nigro. Metti tre amici, da sempre e per sempre. Metti una cena d’estate tra profumi e note brasiliane, perché l’allegria non manchi. Condisci il tutto in un giardino ad accogliere le parole, le risate ed i pensieri di Filippo, Giovanni e Ninni. Aggiungi infine che improvvisamente tutto cambi perché qualcosa di imprevisto, di molto imprevisto, accada e che ci si chieda cosa siamo disposti a fare per il nostro migliore amico. Ecco così servito QUE SERÀ, uno straordinario racconto di amicizia e, soprattutto, di vita. Roberta Skerl affronta con ironia, poesia e leggerezza, temi scomodi ma di grandissima attualità. Sul palco Paolo Triestino (anche regista), Edy Angelillo ed Emanuele Barresi, tre attori di lunga esperienza di commedia d’autore
La redazione