I Martedì Letterari di novembre al Casinò di Sanremo
Il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo,Felice Cavallaro, Oscar Farinetti, Marco Follini e Antonio Manzini sono i protagonisti nel mese di novembre dei Martedì Letterari del Casinò di Sanremo .
Dopo la cerimonia del Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria, che ha visto tra i protagonisti il prof. Aldo Alessandro Mola, Pier Francesco Pingitore, Enrico Vanzina, Elena Pontigga, Mario Baudino, Riccardo Nencini, dopo i Martedì Letterari di ottobrecon il Prof. Matteo Bassetti, il prof. Stefano Zecchi, Fabio Marchese Ragona, Gabriele Albertini, Marino Magliani, Flavio Serafini e il prof. Daniel Bellatalla, ancora cinque appuntamenti con grandi protagonisti della letteratura contemporanea e il Convegno Nazionale :”Italo Calvino Spazi paesaggio e ambiente.”
“ Un anno di eventi culturali, cinquanta incontri con i grandi protagonisti della Letteratura e Saggistica contemporanea, costituiscono i Martedì letterari 2022, una delle rassegne più longeve a livello nazionale con i suoi novant’anni di presenza a caratterizzare l’impegno culturale del Casinò di Sanremo.” Afferma il consigliere del Cda Dott.sa Barbara Biale.
Il Giornalista, saggista Felice Cavallaro sarà martedì 8 novembre alle ore 16.30 nel Teatro dell’Opera del Casinò con la sua opera: ”Francesca. Storia di un amore in tempo di Guerra.” (Solferino) . L’appuntamento è inserito nel ciclo:” La cultura della Legalità”. Letture scelte con Franco La Sacra direttore artistico de Il Teatro dell’albero.
Ci sono l’amore e l’intesa. L’impegno e il sacrificio in un Paese in tempo di guerra. Ci sono gli amici e i nemici, le battaglie e i processi, la vita quotidiana e una parte importante della nostra storia, interrotta improvvisamente quel tragico giorno di maggio del 1992, oscurato dalla strage di Capaci.
Al centro della scena è una donna, Francesca Morvillo, insieme all’uomo cui ha scelto di stare accanto fino all’ultimo, consapevole del pericolo: Giovanni Falcone. Le loro vite si intrecciano nella stagione più difficile del conflitto tra lo Stato e Cosa Nostra. Francesca è figlia, sorella, moglie di giudici e magistrato a sua volta. Giovanni lancia la sfida più ambiziosa alla mafia insieme ai giudici del Pool.
Felice Cavallaro ne rievoca in queste pagine i caratteri e la complicità, la forza e le debolezze. E ripercorre come in un romanzo le tappe della loro vita, dall’adolescenza al primo matrimonio di lei, dal loro incontro agli anni più felici, dal comune impegno civile alla diffidenza dei colleghi, dall’esilio forzato all’Asinara con il giudice Paolo Borsellino e sua moglie Agnese all’attentato scongiurato nella villa dell’Addaura. Fino agli intrighi più odiosi.
Sullo sfondo uno Stato assente, distratto, forse anche colluso. Poi le polemiche per il trasferimento di Falcone a Roma e quel rientro a Palermo per una vacanza che non faranno mai. Dopo l’esplosione a Capaci Francesca sembra ancora in vita. I suoi occhi si aprono per l’ultimo istante. Il tempo di sussurrare poche parole: «Dov’è Giovanni?».
Felice Cavallaro, nato nel 1949 a Grotte, in provincia di Agrigento, ha vissuto i primi cinque anni a Racalmuto. È l’ideatore di un itinerario culturale che collega i luoghi di Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Camilleri, Sciascia, il percorso della «Strada degli Scrittori», l’associazione che ha fondato e dirige. Ha esordito al quotidiano «L’Ora», all’Agi, alla Rai. Ha lavorato al «Giornale di Sicilia», diventando poi una firma del «Corriere della Sera», per cui segue da tanti anni attualità, fatti e misfatti di mafia. Con Solferino ha pubblicato Sciascia l’eretico (2020) e Francesca (2022).
Mercoledì 9 novembre ore 16.30 nel Teatro dell’Opera Oscar Farinetti relazionerà sul suo ultimo saggio:” E’ nata prima la gallina..forse…” (Slow Food Editore). Collaborano gli studenti dell’Istituto Ruffini Aicardi ed Liceo G.d Cassini.
Di fronte a una crisi, che poi vuole dire semplicemente scelta, occorre decidere e prendere con risolutezza una strada, conservando però uno spazio per il dubbio affinchè, se si dovesse sbagliare, si possa tornare indietro di gran lena per intraprendere la via scartata in precedenza. E, di solito, questa forza d’animo è tipica degli ottimisti, persone in grado di prendere una decisione e di misurarsi con il tempo in modo sano. Da qui il titolo risolutivo di un dilemma per eccellenza, che non trascura però la possibilità di ricredersi (…forse). Proprio come farebbe un ottimista o un’ottimista. Ne sono esempio le 52 storie, scritte una alla settimana per tutto l’anno dall’autore e da leggersi, a seconda che le si voglia divorare oppure assaporare, in un tempo breve piuttosto che dilatato. Sono pagine che raccontano eventi e personaggi famosi da una prospettiva completamente differente, dall’ottimismo di Leonardo verso gli incompiuti che gli ricordavano l’importanza di provarci più che del farcela, alle crisi manzoniane di fronte alle stesure dei Promessi sposi, anch’esse tipiche degli ottimisti. Ai grandi personaggi si mescolano, però, figure quotidiane (contadini della Langa fenogliana, postini, galline parlanti) che ci suggeriscono come l’ottimismo possa essere una scelta di vita per tutti, in ricchezza e in povertà. Una scelta, verrebbe da dire, di felicità.
Oscar Farinetti. figlio dell’uomo politico, partigiano e imprenditore Paolo (1922-2009), a partire dalla fine degli anni Settanta si è dedicato a trasformare l’attività commerciale del padre, un grande magazzino aperto nel 1972 a Castagneto d’Alba e denominato UniEuro in omaggio agli ideali europeisti del suo fondatore, in una catena di grande distribuzione di elettronica di consumo, di cui è stato amministratore delegato e presidente. Ceduta nel 2003 l’azienda alla britannica Dixon’s, dall’anno successivo ha iniziato a operare nel settore enogastronomico, fondando la società Eataly di cui è presidente: nata con l’intento di valorizzare le eccellenze agroalimentari del territorio attraverso la commercializzazione di prodotti di aziende artigianali locali e privilegiando il modello dello slow food propugnato da C. Petrini per una nuova consapevolezza sulle scelte e i comportamenti alimentari, la catena di distribuzione e degustazione di italian food ha aperto il suo primo punto vendita a Torino nel 2007 per estendersi poi in varie altre città italiane (tra le altre, Bologna, Genova, Milano, Roma) e all’estero a Tokyo e New York. Amministratore delegato dell’azienda vitivinicola Riserva bionaturale Fontanafredda (Serralunga d’Alba), creatore nel 2017 del parco agroalimentare Fabbrica italiana contadina (FICO) a Bologna, F. è anche editore e scrittore (Coccodè. Il marketing pensiero di Oscar Farinetti, 2008; Sette mosse per l’Italia: un viaggio in barca a vela da Genova a New York con Giovanni Soldini e un po’ di amici, 2011; Storie di coraggio. Dodici incontri con i grandi del vino, con S. Hayashi, 2013; Mangia con il pane. Storia di mio padre nella Resistenza, 2015; Nel blu.La biodiversità italiana, figlia dei venti, 2015; Ricordiamoci il futuro. Sette storie e un riassunto, 2017; Breve storia dei sentimenti umani, 2019; Serendipity. 50 storie di successi nati per caso, 2020; Never quiet, 2021), mentre una sua biografia è stata pubblicata da A. Sartorio nel 2008 sotto il titolo Il mercante di utopie. La storia di Oscar Farinetti, l’inventore di Eataly.
Attesissimo per domenica 13 novembre ore 16.30 l’incontro con il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, una personalità che è entrata nei cuore degli italiani come simbolo di rigore, professionalità abnegazione al servizio verso la collettività. Racconterà la sua esperienza umana e professionale con l’opera:”“Un italiano. Quello che la vita mi ha insegnato per affrontare la sfida più grande” (Rizzoli). L’incontro inserito nel programma dei Martedì Letterari di novembre vede la collaborazione con il Distretto 108 Ia3 Lions International, Lions Club Sanremo Host, Lions Club Sanremo Matuzia.
( dalla presentazione dell’opera) …” Così diventa alpino, e l’idea di fare le cose seriamente è il principio che guida la sua carriera, dalle difficili missioni in Kosovo e in Afghanistan al Comando logistico dell’Esercito. Anche nel nuovo ruolo di Commissario e coordinatore della campagna vaccinale ha voluto fare le cose seriamente. Significa prendere decisioni basate su conoscenza, competenza, buonsenso e precisione. Significa cambiare strategia se la situazione lo richiede. Significa muoversi tra la politica, l’amministrazione, la sanità. Significa capire di quali persone fidarsi e di quali diffidare. Significa arrabbiarsi e poi farsela passare («Ogni tanto mi esce la vena!» confessa). Significa saper ascoltare, motivare e lavorare in gruppo. «L’Italia ha davvero tutto, deve solo imparare a metterlo insieme.» Ecco il compito che si è dato un italiano come il generale Figliuolo.”
Dal 17 al 19 novembre si terrà nel Teatro dell’Opera del Casinò il convegno Nazionale: ”Italo Calvino Spazi paesaggio e ambiente.” anteprima dei festeggiamenti per il centenario calviniano 1923-2023.
Il 22 novembre alle ore 16.30 Marco Follini presenta il suo ultimo saggio: “Via Savoia. Il Labirinto di Aldo Moro.” ( La nave di Teseo). L’opera è stata premiata con il Trofeo del Premio Letterario Casinò di Sanremo Antonio Semeria alla Saggistica. Partecipa lo storico Matteo Moraglia.
Aldo Moro scelse per sé un ufficio periferico e austero, in via Savoia: un tentativo di tenersi a prudente distanza dagli affanni del Palazzo, e di marcare una netta differenza tra lui, il suo modo di vedere la vita e la politica, e quello dei compagni di partito, degli alleati, degli avversari. A partire da questa scelta simbolica, un manifesto delle intenzioni, Marco Follini racconta la parabola umana e politica di Aldo Moro fin dai primi passi a Roma, dov’era arrivato dalla Puglia grazie alla sua delicata intraprendenza. Moro è dipinto come un outsider che conquista il suo partito e il paese, eppure in quell’uomo che si muove così abilmente nelle stanze del potere abita un animo tormentato e fragile, che non è stato quasi mai raccontato.
Un carattere che lo rende “scomodo” perché mai silenziosamente allineato, e segna una differenza che pagherà con il rapimento e gli ultimi dolorosi 55 giorni di prigionia, in cui Moro si rende conto di non essere solo ostaggio delle Brigate rosse ma anche di uno stato che scoprirà essere troppo diverso da sé. Lui che era un uomo del dialogo, convinto che nessuno, mai, dovesse essere abbandonato a se stesso.
Marco Follini, Deputato dal 1996 al 2006 e Senatore dal 2006 al 2013, è stato leader dei giovani democristiani, consigliere di amministrazione della Rai, segretario dell’UDC, vicepresidente del Consiglio. Tra i suoi libri, ricordiamo Il tarlo della politica (1988), La DC (2000), La volpe e il leone (2008), Elogio della pazienza (2010), Io voto Shakespeare. La coscienza perduta della politica (2012), La nebbia del potere (2014), Noia, politica e noia della politica (2018) e Democrazia Cristiana. Il racconto di un partito (2020).
Venerdì 25 novembre torna Antonio Manzini alle ore 16.30. Presenterà l’ultima fatica letteraria, già in cima alle classifiche di gradimento dei lettori, “La mala erba” (Sollerio). Partecipa la prof.ssa Stefania Sandra.
Nella cameretta di Samantha spicca appeso al muro il poster di una donna lupo, «capelli lunghi, occhi gialli, un corpo da mozzare il fiato, gli artigli al posto delle unghie», una donna che non si arrende davanti a nulla e sa difendersi e tirare fuori i denti. Samantha invece, a 17 anni, ha raccolto nella vita solo tristezze e non ha un futuro davanti a sé. Non è solo la povertà della famiglia; è che la gente come lei non ha più un posto che possa chiamare suo nell’ordine dell’universo. Lo stesso vale per tutti gli abitanti di Colle San Martino: vite a perdere, individui che, pur gomito a gomito, trascinano le loro esistenze in solitudine totale, ognuno con i suoi sordidi segreti, senza mai un momento di vita collettiva, senza niente che sia una cosa comune. Sul paese dominano, rispettivamente dall’alto del palazzo padronale e dal campanile della chiesa, Cicci Bellè, «proprietario di tutto», e un prete reazionario, padre Graziano. I due si odiano e si combattono; opprimono e sfruttano, impongono ricatti e condizionamenti. Cicci Bellè prova un solo affetto, per il figlio Mariuccio, un ragazzone di 32 anni con il cervello di un bambino di 5; padre Graziano porta sempre con sé il nipote Faustino, bambino viziato, accudito da una russa silenziosa, Ljuba. Samantha non ha conforto nel ragazzo con cui è fidanzata, nemmeno nei conformisti compagni di scuola; riesce a comunicare solo con l’amica Nadia. Tra squallide vicende che si intrecciano dentro le mura delle case, le sfide dei due prepotenti e i capricci di un destino tragico prima abbattono la protagonista, dopo le permettono di vendicarsi della sua vita con un colpo spregiudicato, proprio come una vera donna lupo; un incidente, un grave lutto, un atto di follia, sono le ironie della vita di cui la piccola Samantha riesce ad approfittare.
La penna di Antonio Manzini, che ha descritto un personaggio scolpito nella memoria dei lettori come Rocco Schiavone, raffigura individui e storie di vivido e impietoso realismo in un noir senza delitto, un romanzo di una ragazza sola e insieme il racconto corale di un piccolo paese. Una specie di lieto fine trasforma tutto in una fiaba acida. Ma dietro quest’apparenza, il ghigno finale della donna lupo fa capire che La mala erba è anche altro: è un romanzo sul cupio dissolvi di due uomini prepotenti, sulla vendetta che non ripristina giustizia, sul ciclo inesorabile e ripetitivo dell’oppressione di una provincia emarginata che non è altro che l’immensa, isolata provincia in cui tutti viviamo.
La redazione