CARENZA DI MEDICI NEL PONENTE LIGURE: SUPERIAMO L’INERZIA POLITICA
Nell’imminenza dell’assemblea dei Sindaci dedicata alla grave carenza di medici nel Ponente Ligure, sembra utile proporre o riproporre considerazioni che potrebbero informare gli scambi con la Regione.
In premessa, un plauso alla proposta del Sindaco Biancheri di chiedere alla Regione un atto forte per affrontare il problema. C’è stata in questi anni grave inerzia politica. Iconica la riunione del Consiglio Regionale del 10 Maggio, in cui su 13 interrogazioni 10 erano dedicate alla Sanita’, e 4 di queste alla carenza di figure professionali diverse. In risposta a tali interrogazioni, l’Assessore alla Sanita’ e Presidente Toti si e’ limitato a sottolineare che le carenze sono un problema nazionale e che le ASL liguri bandiscono concorsi. Ma un problema conclamato di carenze esiste dal 2015 o prima (era stato per la Giunta Toti uno dei motivi per lanciare le privatizzazioni degli Ospedali). In 7 anni si poteva forse elaborare qualche strategia piu’ mirata; o almeno attivarsi perche’ il problema divenisse oggetto urgente di studi e azioni governative.
Uno dei fattori su cui agire da subito per mitigare la carenza di medici in Liguria e’ senz’altro il trattamento economico. Benvenuta la proposta di integrare gli stipendi di medici e infermieri. E non solo con meccanismi estemporanei o emergenziali. Avevamo messo in evidenza gia’ un anno fa che e’ da correggere l’ingiustizia di salari piu’ bassi dove il costo della vita e’ piu’ alto: in Liguria gli stipendi dei medici ammontano a 300-500 Euro mensili meno che in Piemonte.
A beneficio del Ponente che non riesce ad attrarre e trattenere Specialisti, la Regione dovrebbe incrementare le borse assegnabili a specializzazioni carenti sul territorio, con clausole che vincolano i vincitori delle borse aggiuntive a lavorare nella zona del Ponente per almeno 3 anni dal completamento della specialita’. E intanto offrire bandi e supporto economico per specializzandi quasi completamente formati che accettano rotazioni di 6 mesi nel Ponente ligure. Tali iniezioni di giovani specialisti che portano con se’ nuovo bagaglio scientifico e tecnico sarebbero meccanismo di aggiornamento per i vari servizi oltre che collaborazione qualificata.
La carenza dei medici dell’Emergenza e’ tra le piu’ problematiche e tra quelle che fa piu’ notizia. Affrontare il problema a livello di numeri di specialisti richiede una rivalutazione complessa degli sbocchi della specializzazione e anche dell’inquadramento dei medici del 118, e quindi interventi legislativi nazionali. Ma un rimedio pratico a tale carenza e’ indicato a gran voce da tutti i medici che lavorano nell’emergenza: ridurre gli accessi impropri. Per la Segretaria regionale dell’Anaoo Piemonte il lavoro dell’Emergenza sarebbe reso piu’ appetibile da paghe migliori e da un potenziamento della medicina del territorio; questi dovrebbero essere i primi interventi messi in atto invece del dispendioso ricorso a Cooperative. Precisamente la stessa analisi mi viene proposta dai giovani medici del 118 che lavorano nei Pronto Soccorso della nostra zona. Su questa base, e per cogliere ben due benefici, la Regione dovrebbe non perdere un momento nell’ampliare l’accesso al Corso di Formazione in Medicina Generale; e le ASL nel riorganizzare ed efficientare la medicina del territorio utilizzando i fondi del PNRR.
Considerando quanto e’ bella la professione del medico, sembra assurdo dover affrontare il problema della carenza di medici. E in effetti l’attuale problema e’ il risultato di una incomprensibile somma di miopie a livello legislativo nazionale. Anche questo deve diventare un impegno delle Regioni e dei Sindaci: pressione costante sul governo per accelerare approcci risolutivi e sostenibili a lungo termine.
Mara Lorenzi per Civicamente Bordighera, 24 maggio 2022