SANREMO – DA VENERDI’ 30 APRILE AL 4 MAGGIO RIAPRE IL TEATRO ARISTON
L’Ariston di Sanremo, ha il piacere di comunicare al pubblico del grande schermo che, a partire da venerdì 30 aprile a martedì 4 maggio 2021, riapriamo in sicurezza, secondo le normative attuali, con registrazione, controllo temperatura, mascherina anche durante la proiezione e capienza massima ridotta a 190 posti rispetto a quanto previsto dal decreto, con la voglia di ricominciare a vivere le emozioni.
Per questi 5 giorni l’Ariston fornirà, a titolo gratuito, ad ogni spettatore una mascherina FFP2.
OSCAR DAY
SALA ARISTON – MINARI inizio film ore 16.30 fine ore 18.30
Vincitore di 1 premi oscar – Migliore attrice non protagonista
SALA ARISTON – NOMADLAND inizio film ore 19.30 fine ore 21.20
Vincitore di 3 premi oscar – Miglior Film * Miglior Regia * Migliore attrice protagonista
Prezzo d’ingresso INTERO € 9,00 – RIDOTTO € 7,00
L’acquisto dei biglietti sarà disponibile alla cassa dell’Ariston dalle ore 10.00 di venerdì 30/04 e on line dalle ore 10.00 di giovedì 29/04 dal sito www.aristonsanremo.com scegliendo possibilmente l’opzione “stampa a casa” e presentandosi all’entrata con il biglietto stampato.
MINARI
Regia di Lee Isaac Chung. Un film Da vedere 2020 con Steven Yeun, Ye-ri Han, Yuh Jung Youn, Alan S. Kim, Noel Cho, Will Patton. Cast completo Genere Drammatico, – USA, 2020, Uscita cinema lunedì 26 aprile 2021 distribuito da Academy Two. Oggi tra i film al cinema in 24 sale cinematografiche Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,66 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Una famiglia coreana decide di dare avvio al proprio sogno americano e aprire una fattoria. Il film ha ottenuto 6 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, ha vinto un premio ai Golden Globes
STILE CLASSICO E CAST STRAORDINARIO PER UN RACCONTO DI FORMAZIONE CHE È UN INNO AL MULTICULTURALISMO AMERICANO.
Anni ’80: Jacob e la sua famiglia, immigrati sudcoreani stanchi di sopravvivere grazie a lavori come il sessaggio dei polli, si trasferiscono dalla California all’Arkansas. Jacob vuole avviare una coltivazione in proprio e rivendere i prodotti del suo lavoro nelle grandi città. La sua ambizione richiede enormi sacrifici e la moglie Monica è sempre meno disposta a concederne, specie per le complicazioni cardiache del figlio David. Pur di mantenere la famiglia unita Jacob accetta che si trasferisca da loro la suocera, Soonja: a differenza di Jacob, la donna è rimasta ancorata alle tradizioni coreane e si dimostra tutto fuorché corrispondente all’immagine tradizionale della nonna. La collocazione temporale del quarto film di Lee Isaac Chung è solo in parte dovuta a un’esperienza autobiografica. Sono anche gli anni del reaganismo e della deregulation, gli anni in cui i piccoli agricoltori d’America soffrono, stritolati da un sistema spietatamente competitivo e sempre meno propenso all’assistenza.Su Jacob però il sogno americano ha attecchito e per lui lo spirito dei pionieri e il riscatto individuale procedono in maniera inscindibile. La sfida che questi ingaggia contro la malasorte e la natura sa di Sisifo che spinge il fatidico masso o di – come il nome proprio suggerisce – Giacobbe che sogna una scala verso Dio e le sue promesse, in un’ossessione che non conosce ostacoli e finisce per contare più di quel che avviene al contorno.
NOMADLAND
Regia di Chloé Zhao. Un film Da vedere 2020 con Frances McDormand, David Strathairn, Linda May, Charlene Swankie, Derrick Janis. Cast completo Titolo originale: Nomadland. Genere Drammatico, – USA, 2020, durata 108 minuti. Uscita cinema giovedì 29 aprile 2021 distribuito da Walt Disney. – MYmonetro 3,38 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Dopo aver perso ogni cosa, una donna decide di vivere da nomade. Il film ha ottenuto 6 candidature e vinto 3 Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, 4 candidature e vinto 2 Golden Globes,
UN CINEMA SENZA PAURA CHE RACCONTA UNA NAZIONE NEL RITRATTO DI UN’ANIMA IN PERPETUO MOVIMENTO.
Empire, stato del Nevada. Nel 1988 la fabbrica presso cui Fern e suo marito Bo hanno lavorato tutta la vita ha chiuso i battenti, lasciando i dipendenti letteralmente per strada. Anche Bo se ne è andato, dopo una lunga malattia, e ora il mondo di Fern si divide fra un garage in cui sono rinchiuse tutte le cose del marito e un van che la donna ha riempito di tutto ciò che ha ancora per lei un significato materico. Vive di lavoretti saltuari poiché non ha diritto ai sussidi statali e non ha l’età per riciclarsi in un Paese in crisi, e si sposta di posteggio in posteggio, cercando di tenere insieme il puzzle scomposto della propria vita. Chloé Zhao, cinese di nascita, racconta ancora una volta l’America che ama: quella dei grandi spazi, di cui filma i limiti tanto quanto l’assenza di confini, e della solidarietà fra coloro che si ritrovano ai margini, in questo caso a causa di un welfare e di un sistema sanitario inesistenti. Fern non è nomade per scelta, ma entra a far parte di quella Nomadland del titolo che sono diventati gli Stati Uniti a cominciare dalla fine degli anni Ottanta, generando un vagabondaggio speculare e contrario allo spirito di frontiera degli inizi, ma che in qualche modo ne contiene ancora il respiro.
La redazione