SANREMO- FABIANA GIACOMETTI AI MARTEDI’ LETTERARI

 

Domani al via la stagione estiva dei Martedì Letterari con “La moda è un mestiere da duri. Gli anni Duemila del lusso italiano visti dietro le quinte” di Fabiana Giacomotti.


 

Martedì 19 giugno alle ore 21.00 nel Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo, in collaborazione con il Museo della Moda e del Profumo Daphné e Aidda Nazionale, Fabiana Giacomotti presenta il libro: “La moda è un mestiere da duri. Gli anni Duemila del lusso italiano visti dietro le quinte” ( Mondadori Electra). Partecipano Claudia Torlasco, Presidente Nazionale Aidda e Barbara Borsotto per il Museo della Moda e del profumo Daphnè.  Verrà inaugurata la mostra dedicata alla storia della Moda curata dal Museo della Moda e del profumo Daphnè.

“Questo non è un libro di moda perché racconta tutto quello che della moda appare – la frivolezza, i tic, le crisi di nervi, l’ossessione per la bellezza – ma anche quello che la moda tende a nascondere: la disciplina militare, la gelida crudeltà e, soprattutto, l’unica ossessione che la domina per davvero, quella per i numeri, i risultati economici”. Fabiana Giacomotti precisa nella prefazione al suo libro, che è un ” è un inno al Made in Italy, quello vero, quello tessile, quello sartoriale, quello che nasce dalla creatività, dalla professionalità e che avrebbe bisogno di nuovi investimenti. La storia che racconta Fabiana è quella di un settore che in dieci anni ha visto scomparire antichi orizzonti nella consapevolezza che il mercato era sempre più globalizzato e che la Moda come arte veniva aggredita dalle vendite on line. La Moda: “regina e schiava della propria apparente fatuità” ribadisce la scrittrice, “ si interseca con la storia, l’economia, la società, l’arte, il cinema, il costume, la letteratura. Ne detta a volte le regole ma a volte, a sua volta, ne è schiacciata; oggi però, come ieri, ““tra chi inventa ogni giorno immagini di seduzione, icone del desiderio, una sola cosa conta, ed è la bellezza”. (Dalla Presentazione)

Fabiana Giacomotti Milanese, ha vissuto un po’ qui un po’ là, parecchio a Londra. Era partita con l’idea che la letteratura francese sarebbe stata la sua vita, tanto da mantenersi agli studi come annunciatrice tv per non darla vinta al padre che voleva in casa almeno un altro medico e lei era l’ultima speranza. Ancora adesso non ha capito come sia diventata giornalista di economia e poi di costume e moda. Fra gli Anni Ottanta e i primi Novanta ha lavorato per Espansione, il Giornale, ItaliaOggi, quindi è stata inviato speciale per il Mondo, IoDonna, Capital, per il primo decennio Duemila in successione vicedirettore di Amica, direttore di Luna e, in contemporanea, del quotidiano MfFashion. Ama alla follia la carta stampata e collabora a Il Foglio dal 2007. Nel frattempo ha progettato (“direzioni mai più grazie”) un paio di altre riviste, collabora con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, ha scritto libri, guide popolari tradotte all’estero, saggi ponderosi ma anche no (l’ultimo, “La moda è un mestiere da duri. Gli anni Duemila del lusso italiano visti dietro le quinte”, Rizzoli, raccoglie una selezione di articoli scritti per l’inserto del Foglio del sabato con un nuovo saggio introduttivo). Ha curato mostre di moda e costume per istituzioni varie e “tutte interessanti” come i Musei Civici di Venezia, la Rai, Palazzo Morando a Milano. Dal 2005 è tornata in università come docente del corso di Scienze della Moda e del Costume alla Sapienza di Roma dove, come poteva farselo mancare, ha progettato una testata online e un sistema informativo dedicato agli studenti. Ha una figlia trentenne, Federica, account pubblicitario, di cui va tremendamente orgogliosa e che si ostina a chiamare “bellapopina”, facendola imbufalire. ( Dal sito de “Il Foglio”)

Il 26 giugno ore 17.00 nel Teatro dell’Opera Padre Enzo  Fortunato, Direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi, presenta il libro:  “Francesco il Ribelle” (Mondadori).

San Francesco è oggi più che mai uno dei personaggi chiave per comprendere come si vada configurando il cristianesimo in questo inizio di terzo millennio, a partire dalle parole con cui papa Bergoglio ha spiegato la scelta del suo nome: «Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Per questo mi chiamo Francesco, come Francesco da Assisi».

La redazione