Bordighera – Esame di maturità con indirizzo economico per Teresa Wojciechowska
TERESA WOJCIECHOWSKA DICHIARATA MATURA
“Nonna, com’è andata a scuola oggi “? “Nonna, quanto hai preso della verifica”?
Sono le domande che Teresa Wojciechowska si è sentita rivolgere, sempre più di frequente inquesti ultimi 4 anni, dai due nipotini : Gaia e Maciej, 8 e 10 anni.
“Solo attraverso lo studio c’è possibilità di integrazione ” solo se si conosce e si entra nella cultura del luogo che ci ospita ci si sente veramente parte di quel luogo…io sono bordigotta polacca “.
Lo dice con un sorriso pieno di amore, entusiasmo e orgoglio Teresa , oltre a un notevole sollievo,per essere riuscita a superare, in questo torrido luglio 2017, una sfida personale per lei fondamentale : l’esame di maturità con indirizzo economico, dopo aver frequentato tutte le mattine per quattro anni l’istituto professionale Marco Polo di Ventimiglia.
Teresa ha 56 anni, è nata e vissuta fino a 27 a Varsavia, dove aveva abbandonato gli studi per la necessità di lavorare.
Incontra quindi e sposa un torinese, e vive alcuni anni a Torino prima di trasferirsi a Bordighera .Conosce tutta l’Italia che impara ad amare profondamente aiutando il marito nel suo lavoro di rappresentanza. Poi il lavoro diminuisce, si occupa a tempo pieno dei nipotini. Quando questi
iniziano la scuola materna, Teresa vede l’annuncio ed entra di impeto nelle scuole serali di Ventimiglia , dove avviene l’incontro carismatico con la prof. Becchio, che la trascina in una classe durante una lezione di matematica; “non capivo nulla, ma il giorno dopo, con tutte le difficoltà , ho cominciato a frequentare e non ho più smesso”. Una storia semplice ma esemplare.Ammessa in quarta comincia a frequentare regolarmente l’istituto Polo e qui un altro incontro fondamentale, con la prof. Angela Silvestro, che per quattro
anni l’ha sostenuta con tutta l’energia e l’umanità che migliaia di ex allievi di questa scuola conoscono. L’ha convinta ad andare sempre avanti, anche quando per due volte è stata costretta a ritirarsi. E oggi che ce l’ha fatta, racconta con grande soddisfazione il colloquio dell’esame, i complimenti della commissione, l’apprezzamento e l’affetto per tutti gli insegnanti che l’hanno accompagnata in questi anni. Sopratutto, il grande affetto per i suoi compagni di classe, in realtà per la maggior parte ragazze, che l’hanno accolta con spontaneità e amicizia vera. Si sono aiutate a vicenda, in uno spirito di solidarietà e rispetto. “È stato toccante, commovente, vedere quelle ragazze diventare “mature”, insieme a me. .ho sempre ricordato loro l’importanza del rispetto delle regole”. Forse è per questa sinergia che la commissione ha espresso un giudizio molto positivo sulla quinta M, una volta terminati i colloqui, proprio per il bagaglio di umanità trasmesso da questi ragazzi . C’è anche stato un 100, quello di Chiara Leospo, che lascia un bel messaggio ai futuri allievi di qualsiasi scuola, e agli insegnanti :”non accontentatevi, non smettete mai di pretendere, perché il risultato sarà ottimo “. Ai ragazzi “non lasciatevi abbagliare dalla mancanza di volontà legata a un periodo adolescenziale..dentro alle mura di scuola c’è molto di più, ed una volta lasciate quelle mura, non sarà qualcun altro a valutarvi. Sarete voi a darvi il valore che pensate di meritare . Una buona cultura e apertura mentale sono cose essenziali per evitare tutto ciò che leggete,sentite o vedete nel mondo e che vi fa scaturire brividi di orrore e incredulità sulla pelle”.
Anche una compagna di istituto del Montale di Bordighera ha avuto la gioia del 100: è Aurora Mastrilli, che ha lo sguardo ben volto al futuro : “la cosa più importante per me è fare subito un’esperienza all’estero, crescere fuori dalle comodità di casa, imparare una nuova lingua e conoscere nuove culture . Poi l’università, probabilmente Nizza e periodi in altri paesi europei grazie agli Erasmus. Voglio conciliare studio, viaggi, lavoro con esperienze sempre nuove”.
Che esempi come questi si moltiplichino sempre più tra i giovani, è l’auspicio, forse banale ma tanto reale e necessario, di “un mondo migliore”. Non c’è sviluppo senza cultura.
La redazione