LE PALME STORICHE MONUMENTALI DI WINTER
Pubblichiamo una lettera pervenuta al nostro Quotidiano dalla Prof. Silvia Alborno
J’accuse:
Le palme storiche monumentali di Winter avrebbero
potuto essere protette e salvate . Sono state lasciate
all’abbandono e quindi alla morte, a partire dal 2008.
Da allora, sono passati 8 preziosissimi e inutili anni,
fino all’attuale devastazione.
Ho seguito, con interesse e preoccupazione insieme, la giornata di studio che
si è svolta venerdì 9 dicembre presso la chiesa anglicana di Bordighera,
finalizzata alla presentazione del progetto -finanziato dalla compagnia di San
Paolo- che prevede come obiettivo la “VALORIZZAZIONE E FRUIZIONE” dei
Giardini Winter di Bordighera e Ventimiglia .
Nobile progetto a cui però, drammaticamente, manca ormai la sostanza, cioè
la materia da valorizzare: le palme, quelle “permanenze storiche” cui si
riferivano i vari relatori durante il convegno, che purtroppo non esistono più
in quei giardini. Dal principio dell’infestazione nel 2007 ( proprio nei giardini
Winter è stato trovato il primo focolaio di punteruolo rosso a Bordighera!) , il
parco del giardiniere tedesco filantropo è stato infatti lasciato all’abbandono,
fino ad arrivare all’attuale infestazione esponenziale. Fateci un giro.
È stato molto apprezzabile l’intervento del presidente della compagnia di San
Paolo, Francesco Profumo; chiaro, acuto, lungimirante, pragmatico.
Il presidente Profumo ha dichiarato l’intenzione della compagnia di prendere
per mano e accompagnare passo a passo i promotori dei progetti presentati e
che l’obiettivo della fondazione è di ridurre al minimo la “dispersione” del
denaro investito rispetto alle finalità di ogni progetto finanziato, per
incrementare al massimo l’impatto sull’obbiettivo.
Molto interessante anche la relazione della professoressa Mazzino, con un
bellissimo ritratto di Winter giardiniere e filantropo e l’insistenza nel ricordare
che proprio le palme storiche monumentali sono l’anima e hanno
rappresentato la fortuna e la straordinaria unicità dei giardini della riviera delle
palme, in particolare a Bordighera. Ha ricordato che il parco di Villa Etelinda,
realizzata da Charles Garnier per il banchiere Bischoffsheim, era divenuto
nell’ 800 il modello per realizzare tutti i futuri giardini storici di Sanremo.
Ma questo è -tragicamente- il passato. Proprio in questi giorni le motoseghe
hanno abbattuto numerose palme monumentali in quel giardino, da mesi
abbandonato all’infestazione…
Quindi, di cosa stiamo parlando ? Di ripiantare ex-novo piccole palme e altre
essenze che non hanno nessun confronto con i monumenti verdi che
abbiamo deciso di abbandonare. E ripiantiamo palme che NON SONO, come
da anni sostiene il dottor Claudio Littardi, direttore del centro studi e ricerche
sulle palme e dirigente dell’ufficio giardini di Sanremo, RESISTENTI agli
attacchi del punteruolo.
Lo dimostra ad esempio il caso di Arma di Taggia, che oltre ad aver perso il
suo storico ed emblematico viale delle palme, recentemente ha visto
abbattere 6 phoenix dattilifere -di recente piantumazione- sulla nuova
passeggiata a mare, infestate dal punteruolo rosso; quindi proprio le
dattilifere , quelle che lo stesso Littardi sta proponendo da anni con il suo
progetto Gerico a tutti i comuni della provincia di Imperia, per sostituire le
palme monumentali abbandonate al loro destino.
Lo dimostra anche e sopratutto il caso gravissimo di Bordighera, che sta
perdendo le sue magnifiche e millenarie dattilifere nel palmeto del Beodo,
tanto amate e dipinte da Monet e da numerosi altri artisti, a causa dell’incuria
e degli attacchi del punteruolo rosso. L’insetto è opportunista e si adatta: In
un giardino di Latte le larve del punteruolo rosso hanno divorato uno
splendido esemplare di Strelitzia Augusta, tanto presente nei nostri storici
giardini.
Per non parlare di tutti gli altri organismi devastatori già presenti e operativi
sul territorio, che stanno uccidendo altre specie vegetali.
Claudio Littardi ha fornito le conclusioni della giornata di studio argomentando
sulla situazione delle palme e rispetto alle sue dichiarazioni desidero
commentare e reagire :
Il preludio: “spesso ci si accorge del valore delle cose quando si rischia di
perderle”, affermazione inconcepibile da parte di un dirigente dei beni
ambientali e direttore di un “centro studi e ricerche sulle palme”, a Sanremo.
Quando imputa la causa dell’ “attivazione” di insetti devastatori alle
monocolture: avrebbero quindi sbagliato i nostri filantropi ottocenteschi, quali
Hanbury e Winter, ad introdurre in gran numero le canariensis nei nostri
giardini? Eppure hanno trovato nel nostro territorio un microclima ideale e
generato immensa bellezza.
Quando il dottor Littardi afferma che nelle Isole Canarie hanno eradicato il
punteruolo rosso esclusivamente attraverso l’abbattimento delle palme
comunica un’informazione quantomeno fuorviante e incompleta. Nei luoghi,
come Ceuta e le Canarie, dove il punteruolo rosso è stato eradicato, i servizi
fitosanitari e le amministrazioni sono intervenuti ai primi focolai di
infestazione, con tutti i mezzi a disposizione, in una strategia di lotta integrata
(ispezioni, trappole, trattamenti). L’abbattimento solo quando strettamente
necessario e secondo procedure rigorose.
Da noi questo non è mai avvenuto. Insisto: solo abbandono, abbattimenti
forzati e trattamenti tardivi, dispersivi, costosi, complicati e inefficaci (cfr le
sole 50 palme trattate a maggio 2015 con nematodi a Sanremo per circa
60.000 euro). E 4 palme sopra il porto a Bordighera.
Il dirigente dell’ufficio giardini afferma ancora nelle sue conclusioni che a
Sanremo, grazie agli abbattimenti fatti in passato, la situazione è ora sotto
controllo…La realtà ci informa che le palme monumentali di Sanremo sono
morte e continuano a morire, da anni abbandonate ai focolai esponenziali di
infestazione .
Un’altra dichiarazione, che reputo fuori contesto, è la sua messa in guardia
verso i metodi di prevenzione e vaccinazione delle palme, attaccando
animosamente la tecnica dell’iniezione annuale di emamectina benzoato, la
“strategia 3” ammessa dal ministero dell’agricoltura francese, nella fase
attuale la più consigliata in Francia .
Ho il piacere di comunicare a questo proposito che il 17 novembre scorso si è
tenuto a St Raphäel un incontro di informazione e tecnico-operativo
transfrontaliero, in cui sono stati presentati i primi risultati del piano ARECAP
(azione in rete per l’eradicazione del punteruolo rosso e il risanamento delle
palme), lanciato nella primavera 2016 dalla CAVEM (comunità di
agglomerazione Var, Estérel, Mediterraneo).
Alla riunione ha partecipato ed è intervenuto l’assessore beni ambientali del
comune di Ventimiglia, Gabriele Campagna , che da novembre 2015 ha
deciso di aderire a questa rete transfrontaliera, che vede tra gli aderenti
anche l’importante comunità di agglomerazione CASA ( 27 comuni con
Antibes- Sophia Antipolis capofila).
Il piano ARECAP prevede l’adozione della lotta strategica integrata e
collettiva con la base scientifica di Michel Ferry che insiste proprio su questo
aspetto, l’organizzazione del lavoro ancora più che sulla tecnica utilizzata,
che certo deve essere efficace, di semplice e veloce esecuzione e al costo
minimo, come quella proposta nell’ambito di ARECAP.
Alcuni dati esemplari concreti: su 250 palme trattate nel 2015 nella città di
Fréjus, a fine 2016 si è constatato solo un 2.5% di palme attaccate, in un
settore molto infestato. Nel quadro di ARECAP 2016: 1270 privati si sono
iscritti a un piano triennale, 2700 palme sono state trattate dI cui 2200 su
proprietà private. Dati confortanti. E noi? A sanremo 3000 abbattimenti
“registrati” che ora, come dichiarato il 9 dicembre, non si contano neanche
più …
Concludo con il pensiero che “qui e ora” sono lo spazio e il tempo in cui
prendere coscienza, mobilitarsi, agire concretamente per un patrimonio che
non è solo dell’umanità , ma della terra che ci nutre e ci protegge.
Silvia Alborno
Collettivo mediterraneo
Collectif méditerranéen pour la sauvegarde des palmiers