ISCHIA: COPPA DI NESTORE A LUIGI MATTERA

Una lunga serata all’insegna della Cultura. Impreziosita senz’altro dalla mimica, dalla voce, dalle interpretazioni di Peppe Servillo che, con il Solis String quartet, ha dato vita a piazza Santa Restituta, nel cuore di Lacco Ameno, a un concerto intensissimo, apprezzato omaggio alla canzone classica napoletana. “Incontri nel Verde” ha regalato una Notte Bianca di alto spessore, inaugurata venerdì dalla presentazione del libro “Casa Ansa, da settant’anni il diario del paese”, con l’autore Carlo Gambalonga,  Alessandro Barbano, direttore de Il Mattino e Paolo Macry, professore ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Napoli.
Un dibattito intenso, una finestra sulla storia dell’Italia. Raccontata fedelmente dalla celeberrima agenzia. Poi, in piazza Santa Restituta si sono assegnati i premi Coppa di Nestore, naturalmente ispirati  al più importante reperto ospitato a Villa Arbusto presso il museo civico “Pithecusae”.  A riceverli Pietrangelo Buttafuoco,  scrittore e giornalista siciliano, Marteen Van Aarderen, autore del libro “Il Bello dell’Italia”  e Luigi Mattera, editore di Royal Monaco, i vincitori di questa edizione.
Quindi, largo alla musica. Che ha esaltato il pubblico, nutritissimo, di Lacco Ameno. Servillo ha regalato un lungo excursus attraverso le canzoni più celebri della tradizione napoletana. E così l’incontro tra questi straordinari artisti, tutti di chiara origine campana, ha dato vita ad un inedito concerto dove l’arte e lo spessore di Peppe si sono fusi con la maestria e la visione degli archi del Solis, rendendo l’ evento unico nel suo genere. Da Raffaele Viviani a Renato Carosone, ha preso forma a Lacco Ameno una Napoli non oleografica ma una città che è stata ed è a pieno titolo una autentica capitale culturale europea.
Un evento organizzato dalla Fondazione Premio Ischia e dalla Valentino Comunicazione dei fratelli Elio e Benedetto Valentino che incontrato il favore del pubblico lacchese (presenti moltissimi turisti). E che ieri mattina ha abbracciato l’intensa “lectio magistralis” di Pietrangelo Buttafuoco, che ha incontrato gli studenti del liceo classico “Giovanni Scotti” dialogando sul tema del mito e della classicità ai tempi di internet.
Il  lungo week end di Lacco Ameno proseguirà oggi, invece, con “La trama delle donne”, un’installazione teatrale di Salvatore Ronga, a conclusione della visita guidata a cura dell’archeologa Mariangela Catuogno. Il tutto a partire dalle 21.
Gli interpreti della performance sono Marina Ascione, Daniele Boccanfuso, Milena Cassano, Giovangiuseppe D’Ambra, Rosanna Nocera, Roberto Scotto Pagliara e Laura Sogliuzzo. Le musiche di scena sono composizioni originali di Daniele Ubjk.
La visita guidata vuole essere un nuovo modo di presentare i reperti archeologici scavati da Giorgio Buchner sul territorio isolano: al racconto della scoperta dell’antica Pithekoussai, di quello che ha significato l’insediamento isolano per i commerci greci con l’Occidente e per l’evoluzione culturale delle genti italiche, verrà associata anche una lettura sociologica dei corredi tombali della necropoli di S. Montano con una particolare attenzione alla sfera del mondo femminile. L’antica Pithekoussai, sebbene si trovasse geograficamente lontana dalla madrepatria, aveva nel suo DNA l’ambizione di trasferire la propria grecità sull’isola e presso le genti della penisola italiana, soprattutto attraverso la ostentazione di beni di lusso, usanze, riti e l’uso della scrittura.
La visita ha l’obiettivo di offrire al visitatore i molteplici aspetti dell’universo femminile coloniale pithecusano che è espressione di una società aperta, caratterizzata anche da matrimoni misti, naturale cornice a quello che sarà evocato dalla successiva installazione teatrale che rappresenterà il mito di Elena e Penelope in chiave rivisitata: sarà l’animo femminile delle due eroine a essere il protagonista.
La tradizione classica, infatti, ci ha consegnato innumerevoli figure femminili, archetipi di un mondo distante nel tempo, ma che rivive nelle pagine della letteratura, nelle opere di pittura e di scultura, nei canti e nelle melodie di estrazione colta o popolare.
Nell’Odissea omerica, che costituisce il cardine intorno al quale si sedimentano i segni di quella che l’immaginario collettivo riconosce come l’origine della nostra civiltà occidentale, il viaggio di Ulisse è costellato di donne. Sono donne raccontate da uomini, riguardate cioè attraverso il filtro delle convenzioni sociali e culturali dell’epoca che le vide nascere.
L’installazione teatrale si sviluppa lungo percorsi che somigliano ai fili di una trama sulla quale esercitare la fantasia e l’immaginazione per la tessitura di nuove storie: la finzione della messinscena propone per le protagoniste del mito la verità di una voce contemporanea che risuoni per contrasto o in assonanza con i versi del poema omerico.
Elena e Penelope sono, in apparenza, figure antitetiche. Al filo che sospende la donna più bella del mondo a un albero sull’isola di Rodi si sovrappone il filo del telaio sorvegliato a Itaca dalla sposa fedele. All’Odissea del giovane Telemaco che diventa uomo e di Ulisse che torna a casa dopo anni di guerra e di mare, si contrappone quella più intima di Elena e Penelope che dismettono le vesti di figure stereotipate per raccontare finalmente  se stesse.
(Foto Tommaso Monti)
La redazione