SANREMO CHIUDE LA STAGIONE AUTUNNALE DEI MARTEDI’ LETTERARI
Si chiude in bellezza la stagione autunnale dei Martedì letterari domani venerdì 19 dicembre ore 16.45 con “Aspettando il Natale con i libri in mano” in collaborazione con la Famjia Sanremasca, e l’università delle Tre Età.
Carmine Abate presenta il libro “la festa del ritorno” (Mondadori)
Omaggio al poeta Dino Ardoino “Leterine di Natale” di Gianni Modena
Domani 19 dicembre ore 16.45 anche se è venerdì chiusura della rassegna 2014 con “Aspettando il Natale con i libri in mano” in collaborazione con la Famjia Sanremasca, l’ Unitre, Università delle tre Età. Carmine Abate presenta il libro: ”La festa del ritorno” ( Mondadori) quindi omaggio al poeta Dino Ardoino con introduzione di Leone Pippione e letture di Ninetto Silvano e Franco D’Imporzano. Chiude Gianni Modena della Compagnia Stabile “Città di Sanremo” con ”Leterine di Natale” Effetti, video e audio di Sergio Giovannini , un ‘ esclusiva per i “Martedì Letterari”. Intervento musicale della Scuola Ottorino Respighi e auguri finali con panettone, pandoro e spumante.
LA FESTA DEL RITORNO
Mondadori 2014
«Sembra che tutto nasca da quel fuoco crepitante e dallo sciame di scintille sollevate dal vento notturno» scrive il critico Alfonso Berardinelli a proposito della Festa del ritorno. Ed è proprio così: in questo racconto di un padre e di un figlio Carmine Abate porta la temperatura della narrazione e quella della sua lingua a un punto di perfetta fusione, regalandoci un romanzo magico, sospeso tra il realismo di vite scandagliate nella loro quotidiana fatica e l’incanto che nasce dallo sguardo di un bambino.
Marco, il giovane protagonista di queste pagine, dà voce per noi alla meraviglia di crescere in una terra piena di profumi e sapori – la Calabria arbëreshe che è il nucleo immaginativo fondamentale della narrativa di Abate – e insieme racconta lo struggimento e la rabbia per la lontananza del padre emigrante. Saranno proprio le parole nate intorno al grande fuoco di Natale a suggellare un disvelamento del padre al figlio e del figlio al padre, in un passaggio del testimone tra generazioni che ha il passo epico di una grande favola iniziatica.
La lingua ricchissima che Abate intesse mescolando termini arbëreshë, dialetto, italiano, crepita in ogni pagina e riverbera emozioni di grande potenza. A dieci anni dalla sua prima edizione nella Piccola Biblioteca Oscar, con la quale vinse il premio selezione Campiello, ecco una nuova edizione di questo romanzo, che è una indimenticabile storia d’amore, un racconto di formazione e una preziosa testimonianza sulla nostra emigrazione.
Carmine Abate è nato a Carfizzi (KR) il 24 ottobre 1954. Ha studiato in Italia e si è laureato presso l’Università di Bari. Successivamente ha vissuto in Germania e, da oltre dieci anni, vive nel Trentino, dove esercita la professione di insegnante. Il suo primo libro di poesie risale al 1977: Nel labirinto della vita, (Juvenilia, Roma). Come narratore esordisce in Germania con la raccolta di racconti Den Koffer und weg!, (Neuer Malik, Kiel 1984);Lo stesso anno pubblica Die Germanesi, una ricerca empirica socio-antropologica sull’emigrazione svolta con Meike Behrmann (Campus, Frankfurt-New York 1984; ed it., I Germanesi, Pellegrini, Cosenza 1986, ristampata in nuova ed. da Ilisso Rubbettino nel 2006). Dirige la collana “Biblioteca Emigrazione” (Pellegrini Ed.) per la quale ha curato In questa terra altrove (1987), un’antologia di testi letterari di emigrati italiani. Successivamente ha pubblicato una raccolta di racconti Il muro dei muri da giugno 2006 in nuova edizione (Oscar Mondadori, pp. 210, euro 8.40) e nel 1991 è uscito il suo primo romanzo Il ballo tondo, attualmente alla terza edizione (Piccola biblioteca Oscar Mondadori, 2005), pubblicato in prima edizione da Marietti (Genova) e in seconda edizione da Fazi (Roma, 2000). Nel 1996 pubblica un libro di poesie Terre di andata (Argo). Nel 1999 esce il romanzo La moto di Scanderbeg (Fazi, Roma 1999; ed. tascabile 2001, Oscar 2008). Nel 2002 esce il romanzo Tra due mari (Mondadori, 2002, Oscar 2005) vincitore di numerosi prestigiosi premi. Nel 2004 esce il romanzo La festa del ritorno (Mondadori, 2004) vincitore del “Premio Napoli”, “Premio Selezione Campiello” e Premio Corrado Alvaro e di cui sono stati opzionati i diritti cinematografici. Nel 2006 pubblica il romanzo Il mosaico del tempo grande (Mondadori, 2006, Oscar 2007). Nel 2008 scrive il romanzo Gli anni veloci (Mondadori, 2008), vincitore del Premio Tropea e attualmente alla terza edizione. Nel 2010 scrive il libro di racconti Vivere per addizione e altri viaggi (Piccola Biblioteca Oscar Mondadori) e la raccolta di poesie e proesie Terre di andata (Il Maestrale). Il suo capolavoro, che vince il premio Campiello 2012, è il romanzo La collina del vento (Mondadori, 2012). Nell’ottobre 2012 esce, Le stagioni di Hora (Mondadori) che comprende tre romanzi – “Il ballo tondo”, “La moto di Scanderbeg” e “Il mosaico del tempo grande”. La sua ultima opera è Il bacio del Pane (Mondadori, 2013). I suoi libri, vincitori di numerosi premi, sono tradotti in Germania, Francia, Olanda, Grecia, Portogallo, Albania, Kosovo, USA e in corso di traduzione in arabo
Leone Pippione, vicepresidente della famja sanremasca, introdurrà e presenterà la figura del poeta Dino Ardoino mentre Ninetto Silvano e Franco D’Imporzano leggeranno alcune tra le liriche più intense.
In chiusura l’atteso testo di Gianni Modena “Leterine di Natale” dove allegria, sorrisi auguri creatività si fonderanno per un momento di teatro dialettale creato appositamente per la chiusura dei Martedì Letterari.
Al termine gli auguri per ritrovarsi il 14 gennaio 2015 alle ore 16.30 per l’inaugurazione con i 110 anni della casa da gioco.
Recensioni su “La festa del ritorno”
Mondadori 2004
A due giorni dalla pubblicazione, Andrea Di Consoli su L’Unità e Angiola Codacci-Pisanelli su L’Espresso hanno parlato dell’ultimo libro di Carmine Abate: La festa del ritorno.
“Un romanzo così caldo, linguisticamente vivo (calabrese, arbëresh e italiano mescolati con raro equilibrio), così mitologico, così importante, soprattutto perché restituisce un’immagine forte dell’infanzia… Ci piacerebbe saperlo letto da tutti…” scrive Di Consoli.
Su l’Espresso si parla del libro come “Uno dei migliori affreschi della via italiana al meticciato culturale”
Immagino che questo sia solo l’inizio di una lunga serie di positivissime recensioni.
Carmine Abate, molto amato in Italia dai suoi lettori, noto anche in Francia, Germania e Olanda, è stato recensito con parole elogiative dai più noti e affermati critici e scrittori italiani: Ermanno Paccagnini, Giulio Ferroni, Fulvio Panzeri, Sergio Pent, Giuseppe Traina, Mario Fortunato, Renato Nisticò, Armando Gnisci, Vincenzo Consolo, Eraldo Affinati, Guido Conti e molti altri.
I suoi libri, vincitori di numerosi premi letterari anche internazionali, sono tradotti in molti paesi.
LA STORIA
Un padre e un figlio. Il primo racconta la sua vita di emigrante, sospesa tra partenze e ritorni, tra Francia e paese; il secondo ricorda il suo spaesamento e la sua rabbia nei periodi senza il padre, ma anche l’incanto dell’infanzia, immersa in un paesaggio vivido, esuberante. Davanti a loro, un grande fuoco acceso sul sagrato, la notte di Natale. Tutti e due hanno un segreto da nascondere, un segreto legato all’amore della figlia maggiore per un uomo misterioso. Un enigma che si svela poco a poco, fino all’inattesa conclusione.
Ambientato in un paese arbëresh della Calabria e narrato da due voci inconfondibili per l’abile intarsio di parole e ritmi plurilinguistici, La festa del ritorno è insieme romanzo di formazione, storia d’amore, atto di denuncia verso le condizioni di vita che spingono tanta gente del sud a cercare fortuna emigrando. Un romanzo insolito e intenso sulla fatica di crescere, lo strazio dell’addio, il senso della vita.
“La festa del ritorno” (Mondadori, pag. 161, Euro 7,80) è un romanzo intenso sulla fatica di crescere, lo strazio dell’addio, il senso della vita. Oltre al fresco Premio Selezione campiello, è tra i tre vincitori del Premio Napoli ed è stato recensito con entusiasmo dalla stampa:
Alcuni giudizi sulla Festa del ritorno:
Abate racconta con tocco felice. … un atto d’amore alla propria terra, ricca di un alone maestoso e incantato. Un racconto mosso, commosso e sempre vivo.
Ermanno Paccagnini, Corriere della Sera
Un piccolo gioiello di racconto-poema, che vede protagonisti un padre e un figlio. Un romanzo sincero, in cui i sentimenti hanno un valore legato alla tradizione della terra.
Fulvio Panzeri, Famiglia Cristiana
Un romanzo poetico, struggente e narrativamente ammaliante. Un romanzo così caldo, così linguisticamente vivo, così importante, soprattutto perché restituisce un’immagine forte dell’infanzia … ci piacerebbe saperlo letto da tutti…”
Andrea Di Consoli, L’Unità.
Uno dei migliori affreschi della via italiana al meticciato culturale.Viene in mente “Mystic River”, il thriller da cui Clint Eastwood ha tatto il suo ultimo film.
Angiola Codacci-Pisanelli, L’Espresso
Un romanzo bello e avvincente dall’inizio alla fine. Una festa della scrittura.
Giuseppe Colangelo, L’Adige
Anche in questo caso Abate ha colpito il bersaglio in pieno, donandoci un testo di esemplare compattezza ed equilibrio tra le parti. Abate è un caso, in Italia più unico che raro, di scrittore che sa unire una traboccante inventività con una cura raffinata dell’articolazione narrativa e dell’impasto linguistico.
Giuseppe Traina, L’Indice
“Uno scrittore che si distingue per visione civile del mondo, impegno della memoria e originalità di scrittura.”
Sanremo, 18 dicembre 2014