SANREMO MASSIMO MORASSO AL MUSEO CIVICO
Sanremo, 30 ottobre 2014
Il mondo senza Benjamin: poesia e memoria al Museo Civico
Il nuovo libro di Massimo Morasso e un suo testo inedito su Benjamin
Saggi, aforismi, note critiche, carteggi, prove di fiction, poesie, narrazioni. E’ “Il mondo senza Benjamin” (Moretti & Vitali editore) il nuovo lavoro di Massimo Morasso, poeta e operatore culturale genovese, che verrà presentato domani (venerdì 31 ottobre) al Museo Civico di Palazzo Borea d’Olmo (ore 17, ingresso libero).
“Il mondo senza Benjamin” è un libro di meditazione e di memoria in cui convivono testi di diversa natura e provenienza, raccolti per la prima volta in volume.
Ma è anche un personalissimo e avventuroso zibaldone, dove non ci sono né un inizio né una fine. Il lettore può leggere ciò che più lo intriga, nell’ordine che preferisce, e scoprire la vocazione di Morasso verso l’irraggiungibile, il dialogo con i poeti più amati, l’importanza della scrittura.
Nell’ombra dell’alto magistero di Walter Benjamin (1892- 1940), il filosofo e intellettuale di origine ebraica che soggiornò a Sanremo, Massimo Morasso ci regala un contenitore di idee e di riflessioni per scoprire la “complessa struttura della propria anima” e il suo ricchissimo mondo poetico.
All’incontro di domani pomeriggio, organizzato dall’Assessorato al Turismo e alla Cultura guidato da Daniela Cassini, interverranno anche Giuseppe Conte, poeta e scrittore recentemente insignito del prestigioso Premio San Romolo per la cultura e il giornalista Giovanni Choukhadarian. Lo scrittore Paolo Veziano, inoltre, racconterà di Benjamin e Sanremo.
L’evento al Museo Civico sarà dunque un’occasione per parlare di letteratura, poesia, pensieri e per ricordare la figura di Walter Benjamin al quale verrà dedicato un momento particolare: Massimo Morasso leggerà un suo testo inedito su Benjamin, osservato attraverso “l’occhio della mente” proprio a Sanremo, dove soggiornò per rifugiarsi dal nazismo.
MASSIMO MORASSO, Il mondo senza Benjamin, Moretti & Vitali, Bergamo, 2014, pp.365, 20 euro
Nei libri di Morasso è possibile cogliere in filigrana un pensiero, ordinato entro un vasto, bizzarro campionario di voci e atteggiamenti stilistici, che insegue la realtà fin dentro ai suoi livelli sottili. Questa opera articolatissima, insieme zibaldone e auto-antologia modellata sul principio di costruzione a mosaico, è un libro di meditazione e di memoria in cui convivono testi di diversa natura e provenienza qui per la prima volta raccolti in volume. Nell’ombra, spesso, dell’alto magistero di Walter Benjamin, Morasso assembla materiali saggistici, memorie sue o apocrife, aforismi, note critiche, divertissements, tesi filosofiche più o meno travestite, carteggi, poesie, narrazioni e pseudo-narrazioni, esplorando i meandri del proprio sogno del mondo con l’antimetodo di un flâneur dell’interiorità. Ciò che ne nasce è un libro avventuroso, letteralmente sui generis, una raccolta di testi ad alta densità metaforica e concettuale che non ha quasi nulla del carattere organico, e spesso soporifero, del saggio letterario. Strateghi delle forme ibride, in queste pagine l’autore e il suo alter ego M. presentano i singoli frammenti del loro discorso come se lambissero le ombre riflesse nello specchio di una smisurata, perturbante Wunderkammer immaginale. La speranza, che lo scrittore genovese affida alla prima delle sue introduzioni, è che «questo strambo reservoir di pratiche eterogenee di concentrazione testimoni, nel suo insieme, di come l’intensità della mia ricerca vada di pari passo con il mio struggimento per l’irraggiungibile». In tanto rigoglioso contenitore di idee e proieizioni metafisiche, sono raccolti molti degli oggetti, e dei motivi, che danno corpo alla visione di quella che Morasso chiama la “struttura complessa” della sua anima.
La redazione