SANREMO, CONTINUA LA MOSTRA DI GIANNI DEL BUE (VIDEO D’ARCHIVIO)
MOSTRA DI GIANNI DEL BUE AL TEATRO ARISTON (5 APRILE – 3 MAGGIO 2014)
Continua l’esposizione di 45 opere, la mostra di pittura dell’artista Gianni del Bue “Irrequieto ma non troppo” nella grande sala incontri del Teatro Ariston di Sanremo .
Gianni del Bue studioso in particolare della pittura di Piero della Francesca, riflette nelle sue tele alcune delle tematiche visitate dal grande maestro , l’intenso rapporto con la natura , con il reale, con la magia dei suggestivi paesaggi delle Langhe lasciano il fruitore estasiato. L’artista vive ed opera a Farigliano in Piemonte con fughe periodiche nella Liguria di Ponente.
Mariagrazia Bugnella
Mercoledì 23 aprile 2014
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Pubblichiamo tre note critiche che pur l’un l’altra lontane nel tempo confermano la coerenza stilistica dell’artista e che ben spiegano la visione del mondo di Gianni Del Bue. L’artista, forte della sua preparazione sull’arte classica e della conoscenza delle avanguardie del novecento in cui ha partecipato, a fine anni settanta ritorna alla figurazione. Prima complicando tutto ,mettendo in campo una infinita quantità di immagini, poi con il suo trasferimento nelle Langhe, semplificando e mettendo in campo situazioni apparentemente elementari, dalle quali trae poesia, ironia e una perenne irrequietezza.
Di qui il titolo della Mostra allAriston di Sanremo Irrequieto ma non troppo
Le vedute allegoriche di Del Bue il sognatore
I «Saggi di Mondovì» si sono dati appuntamento in cima ad una torre per discettare su una grande zucca arancione. Intorno, i palazzi e i portici, la chiesa, il campanile e la torre civica. Un’ incursione nel paesaggio, come lo è il «Capriccio mantovano» con l’ automobilina rossa che sfreccia sui tetti della basilica. Vedutista «a volo d’ uccello» di città, campagne e orizzonti, il pittore Gianni Del Bue ci trasporta nella vertigine dei punti di fuga trasformati in uscite di sicurezza per guardare il mondo, giocarci e sorriderne. Bizzarre le forme dei suoi dipinti, ora piccoli e preziosi come predelle, ora lunghi e stretti come finestre gotiche, ironiche le citazioni. Sogni, allegorie, stagioni si intrecciano nei panorami che il pittore nato nel 1942 a Reggio Emilia propone al Museo Marini, per la mostra curata dal Carlo Sisi in corso fino al 6 novembre. Oltre 40 opere già amate dagli scrittori Ermanno Cavazzoni e Sebastiano Vassalli.
La Repubblica 5 ottobre 2004
Irrequieto, ama i sortilegi
Irrequieto, ma per amore dei sortilegi che scaturiscono dalla pittura; cangiante nelle forme, ma non nella volontà di mettere nel mirino i misteri della visione: l’ arte di Gianni del Bue (Reggio Emilia, 1942) possiede il fascino delle cose cresciute tra sapori antichi ed accelerazioni proiettate nel futuro. Ecco, in 80 opere (1970- 2010) quel suo fare arte smagato ma intenso, «sornione» ma carico di umanità. Del Bue inizia a dipingere guardando a De Chirico, fra i moderni, e a Piero della Francesca, fra gli antichi. Tra il ‘ 75 e l’ 85 lavora a grandi teleri, tagliati a triangoli e ricuciti insieme: le immagini s’ intersecano tra astratti segni infartati e colori che svaporano nelle nebbie mantovane. Dopo l’ 85 la sua pittura si cala invece nella figurazione. Sono enigmi e lirismi quotidiani, nuovi gioielli cresciuti nell’ apparente semplicità delle immagini: quando la realtà è ricca di sorprese. Giorgio Cortenova GIANNI DEL BUE San Benedetto Po
Cortenova Giorgio
(18 aprile 2010) – Corriere della Sera
Percorso di Gianni Del Bue
Si vuole dire che lapparente fanciullezza delle sue immagini nasconde brani di inquietudine-soprattutto quando la notte avvolge la normalità dei riti quotidiani o appaiono allimprovviso in recinti domestici spaesate e insidiose o evasioni di temperatura metafisica che favoriscono invece singolari apparizioni, come le oche che sciamano indisturbate in ateliers e biblioteche, significative di una ispirazione artistica sempre allerta fra coinvolgimento e ironia
Carlo Sisi
Testo in catalogo della mostra Ariston Sanremo
La redazione