“Franco Roggero Quintet” in concerto a Villa Regina Margherita
Per questa seconda edizione, Franco Boggero sarà accompagnato dal piano di Marco Spiccio, dal contrabbasso di Federico Bagnasco, dalla batteria di Daviano Rotella e dal sax di Paolo Maffi.
Per comprendere meglio il concerto di sabato lasciamo la parola allo stesso Boggero: “Scrivo canzoni per riflettere meglio sulla vita (anche se… “a dirlo son parole”, come asseriva quel tale). Molte mie canzoni nascono dalla ruminazione – non so trovare un’espressione migliore – di materiali verbali raccolti o raccattati e messi via, con la costanza del bricoleur. Una frase colta al volo per strada, ma anche un’epigrafe; il passaggio che ti fa sospendere la lettura del libro, ma anche l’espressione sfuggita a qualcuno che ti sta telefonando. Lo sanno i miei amici: appunto perché amici, sanno cosa potrebbe rischiare di colpirmi o interessarmi, e se capita raccolgono qualcosa per me”.
Franco Boggero vive a Genova, dove è nato nel 1953. Storico dell’arte, lavora in Soprintendenza dal 1981 e si occupa del Ponente ligure: ha scritto di pittura, scultura lignea, argenteria, apparati effimeri. Sua la cura dell’affascinante mostra Cartelami: scenografie fra mistero e meraviglie, che il pubblico ha visitato a Genova a Palazzo Ducale dall’11 maggio al 25 agosto di quest’anno.
Scrive canzoni, testi e musiche, dagli anni ’70. Incoraggiato da Giorgio Conte, le canta in pubblico dalla fine degli anni ’90, sempre accompagnato al piano da Marco Spiccio.
Con quest’ultimo e con Augusto Forin ha dato vita per qualche anno, dal 1998, a Operazione Arcivernice, con l’intento di far rivivere luoghi belli e poco noti per mezzo di “verniciature musicali”.
Nel 2009 è finalista al Premio Tenco (sezione Opera Prima) col suo primo cd “ufficiale”, Lo so che non c’entra niente; e nell’ambito del festival “Dallo sciamano allo showman” dedicato alla canzone umoristica d’autore ha ricevuto – ex aequo con la Banda Elastica Pellizza – la Targa intitolata a Bigi Barbieri.
Le sue canzoni partono dalla descrizione di piccole realtà – ritratti e bozzetti -, per aprirsi a riflessioni interiori e ad aforismi ironici. L’adesione a situazioni e contesti “quotidiani” coinvolge il linguaggio, che nella marcata cadenza genovese riesce colloquiale, anche quando evita il discorso diretto.
I posti disponibili sono 150, in caso di pioggia il concerto verrà effettuato all’interno del museo.